Interviews

Le prime Fallas non si scordano. Michele innamorato di Valenzia racconta il suo Erasmus nella città spagnola

By  | 

Michele che brindaMichele è arrivato a Valencia a fare l’Erasmus nel febbraio del 2007. Studiava Ingegneria elettronica al Politecnico di Milano ed era già stato in Spagna in vacanza, ma non a Valencia.

Perché hai scelto Valencia come destinazione del tuo Erasmus?

Sapevo già bene l’inglese e avevo sempre voluto imparare lo spagnolo. Era la posizione Erasmus con disponibilità per la borsa di studio e con gli esami che dovevo convalidare.

Quanto è durato il tuo Erasmus?

Sei mesi.

Hai avuto difficoltà iniziali o è andato da subito tutto bene?

A parte la ricerca dell’appartamento, che è stata un po’ faticosa visto il periodo dell’anno in cui sono arrivato, nessun problema.

Con chi vivevi?

Con un ragazzo lituano che viveva da parecchi anni a Valencia e un ragazzo Erasmus polacco.

Quando è arrivato nella città fallera, Michele aveva già preso lezioni private di spagnolo con una professoressa, un giorno alla settimana a partire da due mesi prima della partenza, e non si è mai iscritto ad una scuola di lingue.

Qual è il metodo migliore per arrivare a parlare bene lo spagnolo come lo parli tu?

Cercare di entrare in un gruppo di amici spagnoli, visto che la lingua comunemente parlata, con i suoi modi di dire ed espressioni, non è quella che ti insegnano nelle scuole. A parte quello, mi è servito moltissimo guardare film spagnoli in lingua originale (meglio che film doppiati in spagnolo) e leggere parecchio per ampliare il vocabolario.

Cosa pensi dell’importanza che ha il Valenziano in quanto lingua coufficiale? Ti è mai capitato di sentirti un pesce fuor d’acqua  pur parlando bene lo spagnolo?

Mi piace molto il voler salvaguardare un propria identità locale in questo periodo di globalizzazione. Non mi ha mai creato particolari problemi, anche perchè parlando spagnolo e italiano il valenciano si può capire abbastanza bene.

In cosa si differenzia l’università spagnola da quella italiana?

Molta più importanza alle pratiche in laboratorio e meno alla teoria, anche se magari il punto ottimo starebbe nel mezzo.
A parte quello, direi che i crediti sono suddivisi su molte più materie che in Italia. Una scelta che non mi trova molto d’accordo, visto che spesso il numero degli esami tende ad aumentare a dismisura, cosa che non aiuta ad assimilare bene i contenuti di ogni materia.

Il livello di preparazione che offrono quindi è molto differente?

Si, parte della risposta si trova nel punto precedente. Diciamo che è una preparazione fatta più per esperienza che per conoscenza.

Gli esami che hai fatto da Erasmus avevano lo stesso livello di difficoltà di quelli che facevi in Italia?

In generale più facili, con qualche eccezione. In ogni caso non ho dovuto fare qui gli esami più difficili della mia facoltà, visto che non potevo farli all’estero.

Qual era la modalità degli esami? Scritti, orali?

Scritti o pratiche di laboratorio.

Pensi che gli studenti Erasmus in Spagna vengano in qualche modo avvantaggiati?

No, quantomeno non nella mia facoltà.

Valenzia è la città adatta per fare l’Erasmus?

Assolutamente sì, campus universitario ottimo e grandi opportunità per qualsiasi attività, sia di giorno che di notte! Valencia offre le opportunità di una grande città senza i problemi di metropoli più estese come Madrid o Barcellona.

Riepiloghiamo gli aspetti positivi dell’Erasmus a Valenzia...

Il clima, le dimensioni ottime della città, né troppo grande da perdertici, né troppo piccola da ripetere sempre le stesse esperienze, il mare, il cibo, la vita notturna, il campus universitario spettacolare (UPV) e moltissimi altri.

Le difficoltà che un Erasmus deve affrontare a Valenzia?

Al momento non me ne viene in mente nessuna.

È facile fare amicizia?

Sì, gli spagnoli, come gli italiani, sono persone estremamente socievoli...e poi con gli altri Erasmus ci si capisce subito, visto che alla fine tutti cercano di conoscere persone nuove.

Tu hai fatto più amicizia con gli altri Erasmus o con gli spagnoli?





All’inizio più con altri Erasmus, però fin da subito avevo in mente di conoscere il maggior numero di spagnoli possibile. Devo dire che è stato molto facile fin dall’inizio conoscere ottimi amici.

Hai cercato di vivere come un valenziano? Facendo l’almuerzo, la siesta, cenando molto tardi o hai mantenuto le abitudini italiane?

Per forza di cose uno entra nel giro degli orari del posto in cui vive, per non trovarsi sfasato rispetto al resto della gente. Una buona siesta aiuta sempre,  però se uno lavora in ufficio difficilmente potrà permettersela. Nel caso degli studenti è un altro discorso.

Qual è il posto più bello di Valenzia?

La Città della Scienza.

Il posto più brutto?

Un quartiere vicino alla fermata di Ayora, almeno che io conosca.

Sei mai stato alla Tomatina?

No, una delle feste spagnole che mi mancano.

La cosa più bella che hai fatto a Valenzia?

Le prime Fallas sono indimenticabili!

Il ricordo migliore del tuo Erasmus?

Di ricordi splendidi ne ho veramente tantissimi, ma una delle sensazioni più belle è stata vedere come una città che all’inizio non conoscevo assolutamente e in cui mi trovavo un po’ spaesato diventava poco a poco la mia casa.

Cosa consigli ad un Erasmus italiano che sta arrivando a Valenzia? Quali sono le cose da fare e quelle da non fare.

Cercare di non rinchiudersi in una specie di comunità Erasmus italiana, ma cercare di conoscere il maggior numero di persone possibile di altri Paesi e culture. Poi assolutamente imparare lo spagnolo, è davvero assurdo che un italiano in sei mesi non sappia mantenere una conversazione decente con uno spagnolo, vista la similitudine delle due lingue.

Hai imparato a preparare la Paella Valenciana?

No, ma ho regalato ai miei genitori un paellero e un libro di cucina per Natale, il primo risultato non è stato male, ma migliorabile.

Qual è il posto migliore per mangiare la Paella a Valenzia?

Probabilmente l’Albufera.

La discoteca migliore?

Va per cicli, quest’anno direi Pacha in inverno e Umbracle in estate.

La cosa assolutamente da non perdere?

Las Fallas.

Sei mai stato ad una Corrida?

No, sono contrario alla violenza sui tori.

Che hai pensato la prima volta che hai visto un botellón a Valenzia?

“¡Me gusta!”

Com’è cambiata la tua vita dopo l’Erasmus?

Il mio Erasmus è finito nel 2007, e adesso vive e lavoro ancora a Valencia, direi che è cambiata parecchio.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Tantissimi buoni ricordi e moltissimi amici con cui continuo a vedermi e uscire, altri che purtroppo non sono più qui, ma che continuo a sentire ogni tanto con grande piacere.

Consiglieresti a tutti gli studenti di fare un Erasmus a Valenzia?

Assolutamente sì!

 

You must be logged in to post a comment Login

Leave a Reply